Si è svolto, presso l’Hotel Vico Alto di Siena, un incontro molto interessante con MARCO ARCESE, Responsabile della Pro-Calcio, ed i genitori dei giovani giocatori della squola calcio del Meroni, erano presenti anche Roberto Pierangioli (Responsabile Settore Giovanile della Robur Siena), oltre al Responsabile Tecnico del Meroni Marco Parricchi. Questa iniziativa è stata la prima occasione per l’amico Marco Arcese per spiegare ai genitori cosa è la Pro Calcio, cosa è una Scuola Calcio. Arcese ha voluto porre l’attenzione sull’evoluzione che ha interessato lo sport in generale e del gioco del calcio in particolare a partire da quando veniva praticato prevalentemente in strada, raramente in parrocchia, fino a giungere a strutture organizzate. E’ cambiato radicalmente il modo di vivere lo sport, si giocava nelle piazze, per le strade, per interi pomeriggi, senza attrezzature idonee, giocavano insieme ragazzini bravi e meno bravi, squadre miste di età diverse, si cresceva in fretta nel carattere, si era liberi senza il controllo dei genitori, senza allenatori, ci si arrangiava da soli in ogni tipo di situazione. Ora è tutto diverso, ci sono le strutture, le Società forniscono tutto partendo da allenatori preparati e le strutture sono valide, ci sono i genitori presenti per gli allenamenti e le partite, la loro presenza è senz’altro importante solo quando è basata su regole ben precise. Ci deve essere la più completa collaborazione fra genitori, allenatori e dirigenti, ognuno deve fare la propria parte al meglio senza interferire nel compito degli altri, sempre per il bene dei giovanissimi. Oggi purtroppo si fa poco sport, i ragazzi sono molto presi dalla scuola, i genitori molto dal lavoro, la vita è frenetica, occorre programmare tutto e c’è poco spazio per lo sport che, invece è estremamente importante per la crescita dei figli, per socializzare, per capire come si deve gestire una vittoria e come valutare una sconfitta che, comunque, serve per crescere. La figura del genitore è molto importante in questo percorso sportivo in un momento delicato per i figli: spesso i genitori sono troppo presenti, sono molto critici, intendono sostituirsi agli allenatori quando le cose non vanno bene, danno consigli troppo di parte, occorre sempre equilibrio quando si analizza una partita. Non vanno bene neppure i genitori che sono troppo assenti, che non si interessano delle attività dei figli, che accompagnano i figli al campo e li ritirano alla fine dell’allenamento e non hanno contatti con lo staff e con gli altri genitori. Un buon gruppo di genitori molto affiatati, può essere di grande aiuto per i figli che hanno l’opportunità di conoscersi meglio anche fuori dal campo di gioco. Arcese ha fatto capire a chiare note che non va cercato il campione a tutti i costi, i figli si devono divertire in un ambiente sano, fra amici, con il giusto entusiasmo, con la giusta voglia di migliorarsi ma senza l’ossessione di diventare un campione. Occorre ricordarsi che, fino a 12/13 anni di età, si deve trattare solamente di un gioco e anche gli allenamenti devono essere un momento di formazione, adeguati all’età. Solo dopo si deve pensare alla formazione fisica dei ragazzi, si deve insistere sulla tecnica, su allenamenti più intensi senza perdere di vista che i ragazzi vogliono soprattutto divertirsi. Arcese ha proiettato delle slides interessanti riguardanti: allenare la mente, i vari metodi di programmazione sia induttiva che deduttiva. E’ stato anche presentato il “Torneo Delfino Cup”, organizzato dal Pescara Calcio, Società che milita in Serie B con la quale Marco Arcese collabora con competenza e passione, che si terrà presso lo Stadio Adriatico in data 31 Maggio- 2 Giugno p.v. che vede partecipare giovani giocatori degli anni 2015 – 2008. Ci sono stati interventi interessanti dei genitori su alcuni punti esposti brillantemente da Arcese, l’incontro è stato molto formativo per comprendere meglio i vari ruoli che devono servire sempre per la crescita sia dei figli che dei giovani calciatori.
c.a.